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Operazioni psicologiche (PSYOPS) contro il Venezuela:

28. April 2009

Washington e la sua guerra contro la rivoluzione bolivariana

di Eva Golinger 

Un documento segreto del Centro di Intelligence dell’Esercito degli Stati Uniti (US Army National Ground Intelligence Center), di recente reso parzialmente accessibile al pubblico in base all’applicazione dell’US Freedom of Information Act (FOIA, Legge di libero accesso alle informazioni), conferma che la squadra di operazioni psicologiche più potente del Pentagono sta indirizzando i propri sforzi contro il Venezuela. [1] Il documento, del 2006, analizza la situazione al confine tra la Colombia e il Venezuela. È stato stilato dal 4° Gruppo Operazioni Psicologiche (Aviotrasportato) dell’Esercito degli Stati Uniti (4th PSYOP Group (A) o 4th POG) e dall’US Army National Ground Intelligence Center, fatto che conferma come nella regione operi contro il Venezuela la stessa squadra di guerra psicologica.

La piccola parte del documento segreto che è stata resa accessibile al pubblico spiega come il Piano Patriota (in precedenza noto come Piano Colombia) sia riuscito a spingere le attività delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC, Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) nel territorio venezuelano. Il documento sottolinea esplicitamente che

“… le operazioni offensive del Piano Patriota e delle sue controparti nell’esercito colombiano hanno avuto un impatto importante sulle attività del Blocco Orientale [delle FARC]… grazie al successo conseguito contro alcuni fronti del Blocco Orientale in Colombia, vari fronti del Blocco Orientale stanno intensificando i combattimenti e le loro attività al confine colombiano-venezuelano. I Mini-Blocchi dei Llanos e della zona orientale… hanno assunto precisi ruoli strategici in risposta al Piano Patriota 2B…”

L’arrivo in Colombia nel 2006 del 4° Gruppo Operazioni Psicologiche dell’Esercito degli Stati Uniti e la strategia di spingere le FARC e il conflitto civile colombiano nel territorio venezuelano non possono essere considerati una coincidenza; perché è esattamente allora che il Dipartimento di Stato e il Pentagono hanno cominciato ad accusare pubblicamente il Venezuela di collaborare con il terrorismo, facendo riferimento in particolare a presunti contatti con le FARC. Nel primo semestre del 2006 Washington ha aggiunto il Venezuela a una lista di “paesi che non collaborano appieno alla lotta contro il terrorismo”, e ha poi imposto sanzioni contro il paese sudamericano che hanno condotto al divieto di vendere armi degli Stati Uniti e di compagnie internazionali che impiegano tecnologia statunitense. Il documento del 2006 del Dipartimento di Stato americano diceva:

“La cooperazione del Venezuela nella campagna internazionale contro il terrorismo continua a essere insignificante… Non è chiaro fino a che punto il Governo del Venezuela ha fornito supporto materiale ai terroristi colombiani, se l’ha fatto, e a quale livello…” (Rapporto del 2006 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, disponibile in inglese all’indirizzo www.state.gov [2]).

Pochi mesi dopo, nel luglio del 2006, la Sottocommissione sul Terrorismo Internazionale e la Non Proliferazione della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti tenne un’udienza sul tema “Venezuela: centro del terrorismo in America del Sud?”, durante la quale fu dichiarato che “il Venezuela, sotto il presidente Hugo Chávez, ha tollerato terroristi sul proprio territorio e ha creato stretti legami con Stati che promuovono ufficialmente il terrorismo come Cuba, l’Iran e la Corea del Nord. I gruppi terroristici colombiani utilizzano il suolo venezuelano come rifugio sicuro…” [3]

Nello stesso tempo, la stampa internazionale si mise a promuovere matrici d’opinione associando il Venezuela al terrorismo. Articoli ed editoriali pubblicati sul Washington Post, il New York Times, il Washington Times, il Wall Street Journal, lo spagnolo El País, El Tiempo di Bogotá e il Miami Herald, tra gli altri, ripetevano di continuo le affermazioni sul presunto collegamento tra il governo venezuelano e le FARC in Colombia, pur senza presentare alcuna prova conclusiva. Tutte le affermazioni si basavano su fonti “anonime”, “alti funzionari di Washington” e “analisti”, senza fare nomi né riportare dati o fatti concreti.

I GUERRIERI DELLA PROPAGANDA

Il 4° Gruppo Operazioni Psicologiche dell’Esercito degli Stati Uniti è l’unica unità operativa di operazioni psicologiche dell’esercito. [4] È composto da 1300 funzionari e costituisce il 26% di tutte le unità di operazioni psicologiche dell’esercito, il restante 74% è composto da riservisti. Per il 2011 si prevede che l’unità sarà formata da circa 2300 persone specializzate in operazioni psicologiche. La missione ufficiale del 4° Gruppo Operazioni Psicologiche è dispiegarsi rapidamente in qualunque parte del modo per pianificare, sviluppare e condurre operazioni psicologiche e “attività civili” (leggasi “sovversione”) a sostegno delle forze della coalizione e le agenzie governative di Washington.

Il personale del 4° Gruppo comprende esperti della regione e linguisti che comprendono profondamente le sottigliezze politiche, culturali, etniche e religiose del pubblico cui devono rivolgersi. Sono anche specializzati in aree tecniche come giornalismo, operazioni radio, grafica, stampa, illustrazione e comunicazioni tattiche a lungo raggio.

Nel 2003 il 4° Gruppo Operazioni Psicologiche dell’Esercito degli Stati Uniti inaugurò un insieme di operazioni mediatiche delle Forze Operazioni Speciali per un costo di 8,1 milioni di dollari. Questo complesso di operazioni è noto come centro di produzione del Pentagono per tutte le sue operazioni psicologiche e i suoi “prodotti” come volantini, opuscoli, manifesti, segmenti televisivi e radiofonici mirati tutti a persuadere e a conquistare le menti e i cuori di coloro che il Pentagono vuole attaccare. Per esempio, più di 150 milioni di volantini e opuscoli – tutti prodotti e stampati nel complesso del 4° Gruppo Operazioni Psicologiche – sono stati disseminati in Iraq e in Afghanistan. Il Colonnello James Treadwell, Comandante del 4° Gruppo, ha sottolineato che il suo gruppo ha prodotto più di 16.000 ore di messaggi radiofonici trasmessi in Afghanistan, e più di 4000 in Iraq. La tipografia del nuovo complesso ha la capacità di produrre più di un milione di opuscoli al giorno.
Prima di progettare i loro “prodotti” i soldati delle operazioni psicologiche studiano le tecniche del marketing e della pubblicità. Analizzano inoltre dettagliatamente i loro impatto e i loro risultati. Conoscono perfettamente la propaganda e gli strumenti per meglio influire sull’opinione pubblica per promuovere i loro piani. Nel 2005 questa unità di “guerrieri della propaganda” venne ampliata con la creazione dell’Elemento di Appoggio alle Operazioni Psicologiche Congiunte (Joint Psychological Operations Support Element, JPOSE), con a capo il Colonnello Treadwell. Trasferito dall’Iraq alla sede del JPOSE a Tampa, in Florida, il Colonnello Treadwell cominciò a concentrare le sue attività di propaganda verso il sud. In alcune dichiarazioni alla stampa Treadwell confermò che la sua nuova squadra di élite di operazioni psicologiche stava dirigendo una parte del suo lavoro verso la Bolivia e il Venezuela. Poco dopo, fu assegnato un contratto milionario (fino a 100 milioni di dollari) alla Science Applications International Corporation (SAIC) perché aiutasse a progettare le “campagne” di operazioni psicologiche con il JPOSE. Altre due società, Lincoln Group e SYColeman, ricevettero contratti simili finanziati con il budget della squadra, che supera gli 8 miliardi di dollari l’anno.

Tra queste società, la SAIC ha dei trascorsi piuttosto sordidi in Venezuela. Fu la società che con la PDVSA, la compagnia petrolifera statale, costituì una società mista chiamata INTESA, che nel 1995 si incaricò di automatizzare l’industria petrolifera in Venezuela. E fu sempre l’INTESA a mettere in atto alla fine del 2002 uno dei sabotaggi più brutali contro l’industria venezuelana, al fine di costringere il Presidente Hugo Chávez a dimettersi. La società fu utilizzata come una piattaforma per attaccare il “cervello della PDVSA”, distruggendo tutti i suoi database e sistemi automatizzati e convertendola nuovamente in una compagnia che operava manualmente. Le sue azioni causarono danni per miliardi di dollari all’economia venezuelana e alla sua reputazione internazionale come fornitore e produttore affidabile di petrolio. Non riuscì però nel suo obiettivo di rovesciare il Presidente Chávez, e poco dopo INTESA fu chiusa e costretta a cessare le sue operazioni nel paese. Dopo di che, tre anni dopo, riapparve con il compito di condurre operazioni psicologiche contro quello stesso governo che aveva vanamente cercato di neutralizzare. Da quando la più potente squadra di operazioni psicologiche degli Stati Uniti sta operando attivamente contro il Venezuela, i frutti del suo lavoro si sono visti sia a livello internazionale che all’interno del paese a livello nazionale. [5] Il Presidente Chávez viene già classificato come un “dittatore” nell’opinione pubblica internazionale, e pochi dubitano del suo presunto “legame” con le FARC in Colombia, nonostante non ci sia mai stata alcuna prova che confermasse questa relazione. Le operazioni psicologiche sono considerate dal Pentagono la “sua arma più potente” a oggi. Attraverso gli schermi, le emittenti, i periodici, i manifesti, le magliette e gli oggetti, trasmettono i loro messaggi diretti e ben pianificati per influire sottilmente sull’opinione pubblica e le sue percezioni sui temi di interesse. È il nuovo campo di battaglia in cui tutti siamo costretti ad assumere un ruolo, perché nel mondo di oggi nessuno sfugge all’informazione e alla comunicazione. È la lotta per la verità e la giustizia contro la menzogna e la manipolazione. La decisione di essere vittima o combattente in questa guerra irregolare sta nelle mani di ciascuno di noi. Non lasciatevi ingannare.

 

Note di Tlaxcala:

1. Per capire fino a che punto l’amministrazione abbia aiutato illegalmente l’opposizione, influenzato i militari venezuelani e direttamente e indirettamente appoggiato il colpo di stato di aprile del 2002, si veda la fondamentale indagine di Eva Golinger, Crociata Usa contro il Venezuela. Decifrato il codice Chavez, Zambon Editore 2006.

2. Si veda http://www.state.gov/s/ct/rls/crt/2006/82735.htm

3. Udienza davanti alla Sottocommissione sul Terrorismo Internazionale e la Non Proliferazione, 2006. VENEZUELA: TERRORISM HUB OF SOUTH AMERICA? Documento disponibile a The Center for International Policy’s National Security Program

4. Per quanto concerne le informazioni riassunte in questo paragrafo e in quello seguente, e per ulteriori dettagli, si veda Global Security.

5. Sotto questo aspetto raccomandiamo caldamente ai nostri lettori ispanofoni l’eccellente documentario “Enjambre” (una produzione Guarataro Films &; Venezolana de Televisión) che analizza la dottrina della Guerra in rete, il concetto di Guerra di Quarta Generazione e la sua applicazione in Venezuela. Mentre stiamo cercando in tutti i modi di contribuire a diffondere una versione in inglese di questo documentario, questa è la nostra traduzione del breve sommario originariamente fornito da Rebelión in spagnolo:

[…] Introduzione: I concetti di “Guerra di quarta generazione” e “Guerra in rete”.

Precedenti storici: Parallelismi tra il colpo di stato del 2002 in Venezuela e il colpo di stato contro Allende.

Guerra di rete in Venezuela: Come funziona la Guerra di Quarta Generazione in Venezuela. Il cambiamento di strategia dell’opposizione. Intorno al 2006-2007 l’opposizione si concentra sullo sfruttamento e la manipolazione dei problemi politici e sociali. Appaiono nuovi attori politici. Guerra mediatica e Operazioni Psicologiche, Assassinio. Dichiarazioni di giornalisti sulla morte o l’assassinio di Chávez. Serie televisiva sull’assassinio di Chávez o un’invasione [militare] del Venezuela. Parallelismi con il caso cileno. Piano sventato in Venezuela.

Accerchiamento militare: Piano Colombia, Piano Balboa, Paramilitari e basi militari degli Stati Uniti.

Resistenza: Esempi di lotte di resistenza. Vietnam, Cuba e Medio Oriente. Guerra asimmetrica e la Riserva o Milizia. Unità civico-militare. Il 13 aprile. […]

 

Articolo originale pubblicato il 5 marzo 2009: Operaciones psicológicas contra Venezuela: Washington y su guerra contra la revolución bolivariana

 

Traduzione di Manuela Vittorelli, membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica.

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