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Lettera di Ahmad Sa’adat dalla prigione di Asqelon

5. July 2009

Pubblichiamo la lettera che Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina detenuto ad Asqelon in regime di isolamento, ha inviato il 30 maggio scorso al Comitato Preparatorio per la Giornata Nazionale Palestinese in Svezia.

Sono onorato di partecipare a questi eventi che segnano il 61° anniversario della Nakba, a difesa dei nostri diritti nazionali e storici, in particolare del diritto al ritorno nella nostra patria. Questi sono i diritti affermati dai nostri leaders e martiri, compresi al-Hakim, il dr. George Habash, Abu Ali Mustafa e Sabir Mohieddin. Essi non solo sono l’essenza della causa palestinese, ma sono anche il ponte verso la nostra nazione e la democratizzazione di tutta la Palestina storica.

 

Io vi saluto e saluto i vostri preziosi sforzi, che hanno riempito i vuoti in assenza dell’OLP e nella emarginazione di una leadership autorevole per la causa palestinese.

 

Inoltre rendo omaggio a tutti i gruppi arabi e palestinesi che lavorano instancabilmente per difendere i nostri diritti e saluto tutte le forze internazionali popolari, progressiste e democratiche che hanno sostenuto il nostro popolo nella sua giusta lotta per i propri diritti all’indipendenza e al ritorno. Rendo omaggio anche all’atteggiamento di alcuni paesi europei che hanno preso una posizione indipendente riguardo al nostro popolo e al nostro diritto alla democrazia e che sono state accanto al nostro popolo di fronte alla recente barbarica guerra contro Gaza, in particolare la Svezia e la Norvegia, e le nazioni bolivariane dell’America Latina guidate dal presidente venezuelano Hugo Chavez.

 

Il diritto al ritorno non è stato e non sarà cancellato dalla prescrizione, e noi abbiamo mantenuto la nostra presenza a difesa di questo diritto. In ogni caso ciò non elimina il rischio che si attacchi il diritto al ritorno, siccome dal tempo di Camp David e dello smantellamento della maggior parte del progetto nazionale arabo di confronto con il nemico sionista, è rimasta soltanto una politica palestinese “pragmatica”, confinata nel contesto di un “insediamento”. Questa evoluzione è passata per Madrid e Oslo, si è staccata dalle nostre costanti demolendo il nostro progetto di liberazione nazionale.

 

Questo ha provocato grave danno al nostro progetto di liberazione nazionale, così come l’impotenza nazionale ed araba manifestata dall’iniziativa araba, che ha indebolito il diritto al ritorno mediante l’uso di un linguaggio ambiguo che è apparso nei documenti. Lo sforzo  necessario a livello palestinese e nazionale arabo è porre fine ad ogni confusione e distinguere chiaramente fra la fine dell’occupazione e la fine del conflitto.

 

La fine del conflitto storico e l’obiettivo può essere soltanto la fine dell’entità sionista e l’instaurazione della democrazia su tutta la Palestina, attraverso la realizzazione del diritto palestinese al ritorno. Lo slogan “due stati per due popoli” che viene intonato apre solo la porta all’accettazione di Israele come “stato ebraico”, che minaccia non solo il nostro diritto al ritorno, ma anche l’esistenza di masse del nostro popolo nella parte di Palestina occupata nel 1948, sulla terra dove esse nacquero e dove sono rimaste saldamente radicate.

 

Io sono consapevole che la realtà palestinese in questo tempo di divisione del nostro popolo non offre un clima di sostanziale successo in termini di correzione delle politiche e delle tattiche palestinesi per gestire il conflitto con l’occupazione. In ogni caso, i denominatori comuni su cui si è convenuto al Cairo nel 2005 e il documento di riconciliazione nazionale come basi per l’unità palestinese condurranno alla ricostituzione delle istituzioni del popolo palestinese, in primis l’OLP, all’entità politica dell’intero popolo palestinese e agli obiettivi di unità per il nostro popolo e ai nostri diritti nazionali, compreso quello al ritorno. Su quese basi, invito le masse del nostro popolo della diaspora a levare le loro voci per la fine della divisione palestinese e per la ricostruzione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, via democratica come pure strumento nazionale per la lotta democratica nazionale, idonea a guidare il nostro popolo nella sua lotta e ad assumere la leadership a livello strategico, per affrontare le sfide e mantenere i nostri obiettivi nazionali sulla strada della loro realizzazione. Non dubito che questi obiettivi nazionali saranno conseguiti.

 

Ho fiducia in voi e nella vostra capacità ed energia e nelle energie del nostro popolo e delle forze popolari pan – arabe di vari colori politici. Esse sono impegnate del progetto di affrontare l’egemonia imperialista americana e il controllo della regione e del mondo, come pure a sostenere i nostri alleati e i loro popoli e le forze popolari e progressiste a livello internazionale. Sono certo che il nostro popolo e il resto dei popoli emarginati ed oppressi del mondo, come pure i paesi poveri e marginalizzati nel mondo che ora stanno guidando le forze del progresso, hanno i piedi saldamente piantati sulla strada per sconfiggere tutti i disegni e piani dell’imperialismo e del razzismo, e vorranno instaurare un nuovo ordine internazionale fondato sulla giustizia, l’uguaglianza e la fratellanza fra i popoli, sulla pace e sul progresso sociale e rinunceranno a tutte le forme di discriminazione razziale e nazionale e all’oppressione di classe. La vittoria è certa!

 

Ahmad Sa’adat

Segretario Generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina

Dalla cella di isolamento del carcere di Asqelon

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