Scritto da Associazione Nuova Colombia |
Mercoledì 24 Giugno 2009 |
Relatore speciale dell’ONU: “Esecuzioni extragiudiziarie sono una pratica sistematica”
Dopo dieci giorni (8-18/06) passati in Colombia ad incontrare un centinaio di testimoni, vittime e sopravvissuti, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per le esecuzioni extragiudiziarie, Philip Alston, ha diffuso una propria dichiarazione che é caduta sulla credibilitá del governo Uribe come un immenso, pesante macigno.
Nonostante le maldestre arrampicate sugli specchi del presidente narco-paramilitare, del comandante dell’Esercito e dei comandanti della II, IV e VII divisione dello stesso, che si sono riuniti con Alston per cercare di convincerlo dei presunti “passi in avanti” fatti in materia di diritti umani dalle Forze Armate colombiane, diverse verità sono state messe a fuoco e ribadite in modo incontrovertibile.
Il primo: i cosiddetti “falsi positivi”, come riconosce il Relatore dell’ONU, sono in realtà “omicidi premeditati e a sangue freddo di civili, commessi a fini di lucro” dai militari, sempre alla ricerca di licenze e ricompense elargite in cambio di cadaveri di giovani civili spacciati per guerriglieri uccisi in combattimento.
Il secondo: Alston chiarisce che si tratta non di casi isolati, ma di “pratiche sistematiche”, e che “la spiegazione prediletta da molti nel governo -e cioè che le mattanze sono state realizzate su piccola scala da poche ‘mele marce’- è insostenibile”, ed aggiunge che “le quantità stesse di casi, la loro distribuzione geografica e la diversità delle unità militari coinvolte, indicano che (gli omicidi) sono stati compiuti da un numero significativo di elementi dell’esercito”.
Il terzo: l’apparato statale in generale, e quello militare in particolare, giocano allo ‘scarica-barili’ ed al contempo avvolgono questo agghiacciante fenomeno (certamente di vecchia data) nel solito manto d’impunità. Come confermato da Alston, “i giudici militari ignorano i dettami della Corte Costituzionale e fanno tutto ciò che è in loro potere per impedire il trasferimento dei casi chiari di violazione dei diritti umani al sistema della giustizia ordinaria”, e “dilungano o ostruiscono il trasferimento d’informazione, risolvono i conflitti di giurisdizione ogni volta che ne hanno l’opportunità e ricorrono abitualmente alle tattiche di dilazione”.
Inoltre, come riconosciuto dal Relatore Speciale, persiste gravemente il problema delle minacce e degli assassinii dei difensori dei diritti umani, la cui stigmatizzazione da parte di alti funzionari governativi ha criticato poiché crea un ambiente propizio alla persecuzione ai loro danni.
Infine, Alston ha fatto un plauso al disegno di legge (“Ley de Victimas”) sul risarcimento alle vittime dei crimini commessi da militari, poliziotti, ecc. Disegno di legge pieno di lacune, ma che avrebbe lanciato un messaggio. Il carnefice Uribe, tuttavia, è intervenuto in prima persona per bloccarne l’approvazione al Congresso, perché secondo costui “era impagabile e sarebbe diventata un colpo per la Sicurezza Democratica ” (sic!) nella misura in cui avrebbe dato “agli agenti dello Stato, poliziotti e soldati, lo stesso trattamento che si da ai terroristi”. Uribe mente spudoratamente ancora una volta: i suoi soldati e poliziotti, la cui sorte dimentica cronicamente quando vengono catturati come prigionieri di guerra dall’insorgenza, sono protagonisti in prima linea del terrorismo di Stato, e come terroristi e macellai vanno trattati.
Associazione Nuova Colombia